Nietzsche riassume le sue idee "sull'origine dei nostri pregiudizi morali.

Nietzsche afferma che dopo aver letto il libro del suo amico Paul Rée L'origine delle sensazioni morali (1877), dove trovò insoddisfacenti le "ipotesi genealogiche" ivi avanzate, fu ispirato a pubblicare le proprie "ipotesi" sulle origini della moralità .

Nietzsche è giunto alla conclusione che "i principi morali devono essere criticati" e "il valore stesso di questi valori deve essere messo in discussione". Invece di una descrizione ipotetica alla maniera di Rée, che Nietzsche definisce uno "psicologo inglese", Nietzsche offre una storia della moralità per raggiungere questo obiettivo.

Nel suo "Primo Trattato", Nietzsche sostiene che le radici delle coppie opposte di concetti "bene/male" e "buono/cattivo" sono radicalmente diverse e che il concetto stesso di "buono" è arrivato a rappresentare due idee opposte. Nel binario "buono/cattivo" del modo di pensare aristocratico, "buono" sta per nobiltà e tutto ciò che è forte e che afferma la vita; "cattivo" non ha connotazioni accusative e si riferisce semplicemente al "comune" o al "basso" e ai tratti e agli ideali ad essi associati, in contrasto con l'ethos guerriero della nobiltà regnante (3). La divisione tra "bene" e "malvagio", che Nietzsche chiama "morale degli schiavi", fa del "bene" l'antitesi dell'originario "bene" aristocratico, che viene poi ribattezzato "male".